I bambini nella pandemia

Iniziamo una rubrica di contenuti creati appositamente per noi da Carla Favazza, Life Coach di Verona specializzata in Family Coaching, coach e docente nell'azienda Ekis che vanta oltre 80 professionisti tra i suoi relatori.

Ascoltavo ieri sera una diretta sui social in cui un insegnante diceva:

<<Ad inizio marzo 2020, in sole dodici ore, ci siamo trovati da baci ed abbracci coi nostri bambini ed i loro genitori, al “stammi lontano almeno un metro”!>>

E’ indubbio che stiamo scrivendo un capitolo della storia moderna, il cui finale non è ancora noto e non sappiamo quante pagine ancora ci aspettino.

Ma qualche spunto importante lo abbiamo già e possiamo metterlo subito a frutto, per il maggior bene delle nostre famiglie.

Cosa succede, quindi, ai nostri bimbi?

Come vivono il momento?

Cosa porteranno nel loro futuro di adulti?

La risposta ad ognuna di queste domande è: DIPENDE! ?

Dipende molto da noi adulti!

Dipende dall’età dei nostri figli: se parliamo di adolescenti o pre-adolescenti non possiamo nasconderci dietro delle bugie o mancate verità, sei d’accordo?

E neppure ai più piccoli dobbiamo raccontare bugie o inventare storie.

C’è una cosa che possiamo fare: spostare l’attenzione sulla bontà!

Anche in un fatto triste, drammatico, difficile, possiamo (e siamo noi adulti che dobbiamo imparare ed allenare a fare questo) trovare qualche aspetto di bontà e bellezza assieme.

Si, perché in particolare nel primo settennio di tuo figlio questo deve essere il tuo focus per la sua crescita armonica: alimentarlo di bontà.

Come stanno i nostri bambini? Quali sono le loro sfide?

  • Sospese attività di gioco ed incontri coi primi amici.

  • Sospeso nido, scuola materna, elementari per i primi mesi della pandemia.

  • Chiusi in casa, a volte negli angusti appartamenti cittadini, mentre fuori la primavera brillava di sole.

  • Ossessione nel lavare, fregare, rilavare le mani.

  • Uso della mascherina per i maggiori di sei anni.

  • Distanziamento anche dai nonni, che sono più delicati.

  • Niente o pochi abbracci, carezze, e sorrisi nascosti.

Difficile trovare il buono, vero?

Cosa puoi fare come adulto?

Ascoltare empaticamente!

Ecco qualche punto di attenzione:

  1. osserva tuo figlio “da fuori”, fai in modo di spegnere le tue paure ed ansie, ed osserva se i suoi comportamenti cambiano;

  2. ascolta le parole che dice e come le dice: nota se c’è maggiore aggressività nei suoi atteggiamenti o, viceversa, maggiore chiusura e introversione;

  3. i bambini non sono tutti uguali, ognuno ha temperamenti diversi, è importante leggere tra le righe;

  4. qualche bimbo si è goduto questo momento, perché gli ha permesso di stare maggiormente con le persone che ama di più: i propri genitori!

  5. qualche bimbo, d’altro canto, ha manifestato una paura vicina al terrore, con un ansia paralizzante, respirata sicuramente attraverso gli adulti di riferimento, o TV che hanno monopolizzato l’informazione;

Cosa fare quindi? Quali strategie?

  • Cominciare da noi adulti lavorando per trovare la propria centratura. Possono aiutare un bagno caldo e rilassante, un profumo che mi metta di buon umore o relax, un rito, come accendere una candela o un incenso, una buona lettura o una musica che ci faccia stare bene.

  • Diminuire drasticamente l’uso di giornali, telegiornali, talk show, social che parlano solo e sempre di Covid19. Possiamo rimanere aggiornati ascoltando le notizie una volta al giorno, non serve che teniamo i numeri, non serve e non aiuta!

  • Creare coi nostri figli una routine: ai bambini piacciono le routine, perché danno sicurezza. Una serie di azioni da ripetere quotidianamente, con la flessibilità di cambiarle se la situazione lo prevede, e che ci permettano di acquisire serenità. Ad esempio la routine del buon risveglio o della buona notte.

  • Dire la verità ma senza dettagli scientifici, che ai bambini non servono, non li comprendono, perché la loro parte razionale e di ragionamento logica non è ancora così sviluppata. (Siate sinceri perchè percepiscono la nostra ansia).

  • Giocate con loro. I bambini non vogliono giochi, ma vogliono che tu giochi con loro.

  • Rassicurateli! E qui entra in gioco il discorso sulla bontà: ci sono scienziati che stanno studiando come curarci ed hanno già inventato delle soluzioni, ci sono medici ed infermieri che si prendono cura di noi se ci ammaliamo, ci sono tanti volontari che si prendono cura di chi è solo (tipo portare a casa la spesa agli anziani, sbrigare le faccende e le commissioni, etc.).

E soprattutto aiutiamo i nostri figli a rinforzare l’idea che questa esperienza ci renderà più forti, che ne usciremo, e che potremmo imparare quanto vale davvero un abbraccio.

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